Porta a porta

Indipendenza porta a porta

Uno degli aspetti più interessanti della campagna è l’attitudine dei volontari di Yes Scotland e Better Together ad andare a bussare alle porte degli elettori per conoscerne la propensione al voto e per convincerli a supportare la loro causa.

Stamattina ho partecipato anche io a una di queste sessioni di canvassing (porta a porta), in compagnia di altri volontari del SI della sezione Edinburgh Central.
A scarpinare, salire le scale (in questo angolo di mondo che non conosce ascensori) e bussare alle porte con noi, c’era anche un parlamentare locale – eletto tra le fila dell’SNP – il cui nome curiosamente è Marco Biagi.

Un simile tipo di approccio alla campagna è possibile perché entrambi i comitati hanno a disposizione i nominativi presenti nel registro elettorale. Hanno quindi nome e cognome di tutti i probabili votanti presenti nella via X, suddivisi per palazzo/piano/appartamento.

Ad ognuno dei volontari viene perciò dato un elenco di porte alle quali bussare, con indicato il nome e il cognome della persona da intervistare (ovviamente – per ogni appartamento – ci può essere più di un individuo da contattare).

Le domande che Yes Scotland pone sono essenzialmente 3:

– è intenzionato a votare al referendum del 18 settembre?

– ha già deciso se votare per il sì o per il no, oppure è ancora indeciso?

– se è indeciso, in una scala da 1 a 10 – in cui 1 è assolutamente NO e 10 è assolutamente SI – dove si collocherebbe?

In caso non si riesca a trovare nessuno in casa, oltre al pamphlet “Your choice” (di cui vi avevo parlato qua) viene infilata nella buca delle lettere una cartolina con le domande e l’indirizzo prestampato per rispedirla al comitato (sinceramente vorrei sapere quanti poi davvero lo facciano).

Se l’intervistato è pro-indipendenza, gli si lascia il manifesto da appendere alla finestra o qualche altro gadget. Eventualmente gli si chiede se ha bisogno di un passaggio per recarsi alle urne il 18 settembre (vengono organizzate le macchinate!). Da ciò che ho capito, in ogni caso il giorno del voto si ribusserà alla sua porta per assicurarsi che vada a votare.

Se l’intervistato è contro l’indipendenza, si cerca di capire come mai. Se è ostinatamente (e ostilmente) pro NO, si lascia un po’ perdere. Se non è convinto al 100%, magari si prova a capire se può avere bisogno di ulteriori informazioni sul SI. In ogni caso gli si lascia il pamphlet.

Se l’intervistato è indeciso… beh qua ci sono due diverse scuole di pensiero che mi sembra siano un po’ legate al background politico dell’intervistatore (Yes Scotland riunisce volontari di diversa estrazione):

– quando questi dati sono raccolti da militanti dell’SNP, l’indeciso viene segnato come tale senza ulteriori insistenze. Le info sono poi inserite in un database e su questi elettori verrà fatta una campagna mirata. L’approccio è molto centralizzato, in stile americano;

– quando questi dati sono raccolti da militanti di Green o Socialisti, l’approccio è più europeo: tento di capire come mai sei indeciso e provo subito a portarti dalla mia parte. I dati raccolti confluiscono comunque nello stesso database.

Una simile differenza si intravede anche nel diverso comportamento che gli intervistatori hanno verso chi invece non è inserito nel registro elettorale:

i nomi non sono presenti nella lista che ci è stata consegnata e quindi saltiamo alcune porte (lasciamo solamente il pamphlet nella cassetta). Tuttavia – un po’ contraddittoriamente – se all’interno degli appartamenti ai quali bussavamo c’era qualcuno che lamentava di non essere registrato, avevamo pronti i moduli da compilare in caso ci venisse chiesta una mano per l’iscrizione.

Altri attivisti invece – io credo giustamente – bussano anche alle porte non censite per tentare di convincere gli elettori a registrarsi e a sostenere il SI.

N.B. l’affluenza prevista per il referendum è intorno all’80-90%… in un territorio in cui di solito vota il 50% dei cittadini… (a me, a pelle, sembra sovrastimata).

Il risultato di stamattina – a dir la verità – non è stato molto incoraggiante, con tante porte che non si sono aperte.
Mio consiglio: non fate canvass di sabato mattina. Chi ci ha aperto era di solito in pigiama e svegliare chi dorme non è il miglior modo per attirarsi simpatie politiche.

In ogni caso, oltre a questo porta porta “fisico”, entrambi i comitati effettuano anche interviste telefoniche.

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